Il workshop si propone innanzitutto come pratica partecipativa, accurata, sensibile, energica. La pratica è, per noi il modo di
• condurre "il corpo" ad uno stato di apertura, lucidità, ricettività, uno stare vuoto e pronto, concreto e reattivo
• sviluppare una qualità di presenza esposta senza riserve al dentro e al fuori
• mettere in crisi la volontà di controllo, di premeditazione, di giudizio su quel che si produce
• rendere meno marcata nel corpo-pensiero la differenza tra azione e reazione
• permettere una connessione agile, fluida tra sensazione, pensiero, immaginazione, emozione
• interrogarsi sul soggetto/performer nell'hic et nunc della presenza
• provocare/accogliere il fatto che qualcosa possa dirsi/farsi "malgrado noi", nel riconoscimento di una dimensione soggettiva dai contorni sfumati, porosi, mai del tutto definiti
• provocare l'incontro tra un dispositivo freddo, rigoroso, oggettivo, uguale per tutti e la materia calda, intima, sensibile, originale di ognuno.

La pratica potrà ispirare, orientare, anche determinare la forma della performance finale, che si vorrebbe far uscire dai muri del CTR per portarla nella concretezza della dimensione urbana, in un incontro con la vitalità acquatica della città di Venezia. Uno dei riferimenti possibili sarà la performance di Jennifer rosa "A different you", nella quale un gruppo di performer eseguono all’unisono una partitura di azioni suggerite da un lettore MP3, entrando e uscendo da singole azioni attraverso tagli netti, senza tempi di preparazione nè intenzioni precostituite